I SUOLI AGRARI
Strati sovrapposti di diversa provenienza
I suoli agrari del Roero derivano dallo smantellamento e dal rimescolamento di tutta la serie di strati sovrapposti di diversa provenienza, depositatisi in tempi remoti, sul fondo cristallino di un antico mare interno chiamato, successivamente, Golfo Padano.
Dopo la definitiva emersione del territorio, la cattura del corso del Tanaro, che spostò la sua confluenza col Po dalla pianura di Carmagnola a quella di Valenza, innescò un gigantesco processo di erosione e di ringiovanimento del territorio che condusse alla parziale demolizione dell'altopiano primigenio ed alla suddivisione del roero in due zone assai diverse fra loro: a N-O il residuale tavoliere originario, a S-E la regione interessata dai fenomeni geologici di cui si è detto e caratterizzata da un sistema collinoso a struttura labirintica digradante dall'orlo della terrazza centrale fino alle sponde del Tanaro.
È proprio in questo settore del Roero che trova la sua collocazione ottimale la coltura specializzata della vite.
In linea di massima nei terreni agrari troveremo una costante presenza di sabbie a cui si sommano percentuali diverse di limonite, argilla, calcare, humus ecc..
Avremo così, alle maggiori quote dei Comuni delle rocche, composti a netta sovrabbondanza di sabbie, connotati sempre da estrema aridità e scioltezza. Qui la presenza di calcari teneri (3/10%) sarà irrilevante ed il pH delle soluzioni acquose circolanti sarà lievemente subacido od assai prossimo alla neutralità.
Assai diverse, ed a volte antitetiche, sono le caratteristiche dei suoli di matrice prevalentemente miocenica ed a pH moderatamente alcalino stanziati nelle zone meno elevate della regione, digradanti verso il Tanaro. Qui l'alta percentuale di argille presenti, a volte frammiste a banchi gessosi, a cui si aggiunge una consistente quantità di calcare, rende questi terreni scarsamente permeabili.